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Produttori

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Vino
Uno strato poco profondo di terra rossa, che ricopre una tipologia di suolo per lo più rocciosa, e nessun fiume superficiale. Tali condizioni, unite alla vicinanza al mare ed alla marcata ventosità, fanno del Carso un "terroir" ideale per la coltivazione della vite.
Grazie a un territorio armonioso, poco esteso e caratterizzato da un paesaggio che non è mutato troppo nei secoli, ci sono diversi vini di alta qualità che possono vantare una DOC Carso. Innanzitutto gli autoctoni Vitovska, Malvasia, Terrano e Glera in primis, ma anche Chardonnay, Sauvignon, Merlot e Refosco dal Peduncolo rosso. Il vino Prosecco, trae il suo nome proprio dalla località carsica dove venivano prodotti i vini cosiddetti "di Prosecco" che erano ritenuti a buona ragione vini di eccellenza in tutta Europa.
Le origini dei vitigni carsici sono antichissime: il vino Pucino era decantato sin dai Romani da Plinio il Vecchio. In epoca medievale e nei secoli successivi, grandi quantità qui prodotte venivano fornite ai regnanti di turno, dai Dogi di Venezia agli Asburgo d'Austria. Con il passare dei secoli e con l'espansione dell'urbanizzazione si sono persi centinaia e centinaia di ettari di vigneti ed anche alcune varietà autoctone, ma l'antico primato che ci è stato tramandato, trova ideale continuità e testimonianza nei giovani viticoltori di oggi che, con passione e cura verso queste terre aspre, coltivate anche a terrazzamenti e pastini, vogliono riportare il Carso agli antichi fasti. Olio Ne scrivevano già Marziale, Plinio e Strabone, decantando la tenacia delle piante di olivo triestine che resistevano ai potenti refoli di Bora. Sebbene fossero rimaste saldamente aggrappate al terreno roccioso dell'altipiano carsico sin dall'epoca romana, la grande gelata del 1929 ne fece morire molte.
Il gelicidio non decretò però il tramonto dell'olivicoltura cittadina. La peculiarità e le caratteristiche degli olii extravergini triestini hanno spinto anzi i produttori ad attivarsi per ottenere il riconoscimento della denominazione di origine protetta “Tergeste”.
Oggi la varietà principalmente coltivata, frutto di una lunga selezione, è la Bianchera-Belica che rappresenta ben il 60% delle colture. Il suo nome si ipotizza derivi dal ritardo nel cambiamento del colore dell'oliva (invaiatura), lento e progressivo, che avviene difficilmente e soltanto a maturazione avanzata. Le altre varietà presenti sul territorio sono Leccino, Pendolino, Maurino, Frantoio e Leccino del Corno.
L'amore della città verso l'olivicoltura trova la sua massima espressione in occasione di Olio Capitale, la più importante fiera italiana interamente dedicata all'extravergine d'oliva. L'evento, rivolto a un pubblico altamente specializzato ma aperta anche ai curiosi, presenta le migliori produzioni nazionali ed estere.

Miele
Sul Carso triestino sono attivi un centinaio di apicoltori, soprattutto di piccole o medie dimensioni, per un totale di circa 1000 alveari presenti sul territorio. L’ambiente del Carso assicura all’apicoltura particolare condizioni di produzione perché vi crescono sia specie floristiche mediterranee che continentali. La particolarità delle associazioni vegetali che ne deriva permette ai nettari qui prodotti di essere facilmente distinguibili rispetto al resto della produzione italiana, proprio per la risultante aromatica.
I mieli maggiormente diffusi sono quelli di millefiori, tiglio, acacia e marasca, prodotto, quest'ultimo, dal nettare che le api traggono dal Prunus mahaleb, un arbusto molto diffuso sull'altipiano.

Formaggi
Fin dalla preistoria il Carso è stato terra di pastori che sfruttavano le grotte naturali come rifugio per sé e per i loro animali. Per secoli si è privilegiato l’allevamento di pecore e capre, razze ben più adatte dei bovini a un territorio povero soprattutto d'acqua; da un centinaio d'anni a questa parte i tipi di allevamento sono invece mutati, e così gli abitanti delle stalle: oggi mucche soprattutto.
Non è mutata però la qualità dei prodotti caseari, la cui tipicità, legata soprattutto alle caratteristiche del territorio, ha spinto otto allevatori a fondare il comitato “Moisir”, che valorizza i formaggi di latte bovino, ovino e caprino, prodotti a crudo con lavorazione casalinga.
I profumi delle erbe del Carso si possono quindi ritrovare nei sapori dei suoi formaggi tipici: tra questi: Monte Re, Tabor o Mlet senza dimenticare lo Jamar, un'assoluta rarità perché, per acquisire il suo gusto intenso, viene stagionato nelle profondità delle grotte carsiche.

Erbe
I profumi e i gusti delle erbe del Carso sono una delle ricchezze più peculiari del territorio. Grazie al loro utilizzo nella preparazione di vari piatti tipici e prodotti locali, le pietanze acquisiscono sapori e aromi del tutto particolari.
In virtù alle loro riconosciute proprietà, oltre ad essere trasformate in preziose essenze, le piante dell'altipiano vengono raccolte per produrre tisane, spezie e sali aromatizzati. Specialità tutta locale quest'ultima, preparata con il sale che proviene dalle saline di Sicciole, nella vicina Pirano, in Slovenia, oggi Riserva naturale. Tra le piante aromatiche più diffuse e utilizzate del Carso ci sono la santoreggia e il fiore di finocchio.